Codeluppi D, Montori M, Baudi P, Bovina G
Modus, Castelfranco Emilia, Modena, Italy
Le capsuliti sono infiammazioni del tessuto connettivo della capsula. Possono derivare da traumi o da malattie metaboliche che incidono sul processo flogistico, inducendo una fibrosi e retrazione a tutta la capsula e limitano il ROM su tutti i piani (frozen shoulder o pancapsulite).
Si tratta di capsulite localizzata se ci sono sofferenze distrettuali derivanti da instabilità multi-direzionali (atleti over head) o da un eccessivo processo flogistico post-operatorio. La capsula ha una funzione meccanica di stabilizzazione passiva e una funzione propriocettiva; è ricca di fibre vascolari e nervose che si intersecano fra loro e che nelle fasi flogistiche aumentano ed assumono una distribuzione irregolare.
Di conseguenza, dai recettori capsulari le informazioni afferenti al corno posteriore del midollo spinale diminuiscono e peggiorano di qualità, vengono integrate non correttamente a livello del SNC e mandano informazioni efferenti non corrette ai muscoli. Di conseguenza si verifica un’alterazione del ritmo gleno omerale e scapolo toracico, un alterato movimento della scapola sul torace, un’aumentata protrazione dell’acromion che venendo a contatto con la cuffia dei rotatori può anche portare a lesioni.
Nelle capsuliti si associano disturbi meccanici dati dalla rigidità a disturbi propriocettivi provocati dal tessuto nervoso. Il trattamento dovrà quindi essere incentrato su kinesi passiva e sulla rieducazione propriocettiva. La kinesi passiva ai gradi estremi del ROM in abduzione, extrarotazione e intrarotazione oltre a ridurre la rigidità stimola una maggiore organizzazione dei recettori capsulari, mentre stimoli propriocettivi molto vari e di breve applicazione migliorano il controllo sul "middle range of motion", regolato dai fusi neuromuscolari e recettori miotendinei.
Per il trattamento delle capsuliti localizzate è importante cercare passivamente i piani di movimento fortemente limitati e poter agire subito sulla maggiore rigidità. Non applichiamo terapie fisiche a base di calore perché anche se è vero che il calore provoca un aumento del metabolismo, è altrettanto vero che provoca anche un aumento dell’infiammazione, quindi potrebbe portare un peggioramento.
I trattamenti vengono effettuati con una frequenza di 1-2 sedute settimanali di 30 minuti con kinesi passiva e massaggio dei muscoli periscapolari ed una seduta di 60 minuti di rieducazione propriocettiva e stretching in acqua. La ridotta frequenza settimanale e la breve durata delle sedute garantiscono un minimo carico interno ed una minima eventuale flogosi. Poiché stimoli sulla forza tendono a ridurre la percezione cinestesica del movimento, preferiamo lavorare in acqua sull’aspetto propriocettivo per ridurre l’affaticamento muscolare e coinvolgere il corpo in catena cinetica chiusa. Nell’impostazione del gesto è sempre molto importante tenere conto del meccanismo sensoriale sensitivo e cognitivo per il miglioramento della percezione.
TRATTAMENTO
FANS, anti infiammatori steroidei, Steroidei, mobilizzazione passiva, stretching capsulare, training propriocettivo in acqua, esercizi a domicilio (5 minuti x 4-5 volte al giorno). Il trattamento chirurgico viene effettuato solo in caso di fallimento della fisioterapia, in presenza di fratture, o nei casi di osteopenia.
RISULTATI
I pazienti guariscono completamente senza compensi entro 3-4 mesi per quanto riguarda le capsuliti metaboliche e con un ritardo di al massimo un mese sul recupero post-operatorio nel caso di capsuliti post-chirurgiche.
CONCLUSIONI
Stimolando i popriocettori che sono informatori automatici, abbiamo osservato che migliorare l’informazione sensitivo-sensoriale abbinata allo stretching capsulare dà più risultato in termini qualitativi, perché è un’interazione più completa e perché in questo modo si vanno a coinvolgere in via complessiva più aree della persona.
XVII INTERNATIONAL CONGRESS ON SPORTS REHABILITATION AND TRAUMATOLOGY